Il Regno Unito ratifica l’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti
Il Regno Unito ha ratificato l’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti, ma potrà continuare a farne parte dopo che il paese avrà lasciato l’Unione Europea? Il presidente del comitato preparatorio del tribunale è ottimista, mentre si attende, fra l’altro, il verdetto sul ricorso costituzionale contro la legge di ratifica della Germania.
Il 26 aprile 2018 il Regno Unito ha depositato lo strumento di ratifica dell’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti.
La ratifica rappresenta un passo avanti verso l’entrata in vigore del Tribunale unificato dei brevetti, una corte sovranazionale che avrà giurisdizione sui brevetti europei con effetto unitario (noti come “brevetti unitari”) ed in seguito sui brevetti europei in genere.
Secondo l’accordo, il tribunale può infatti entrare in vigore soltanto dopo le ratifiche da parte della Francia, del Regno Unito, della Germania e di dieci altri paesi firmatari dell’accordo stesso. Ad oggi sono 16 i paesi che hanno ratificato l’accordo.
Dei tre paesi “obbligatori”, però, soltanto la Francia aveva ratificato poco dopo la firma dell’accordo.
La ratifica del Regno Unito era rimasta bloccata in seguito alla decisione del governo britannico di rispettare la volontà popolare, espressa con referendum del 23 giugno 2016, a favore dell’uscita del paese dall’Unione Europea.
La legge di ratifica tedesca è tutt’ora sospesa a causa di un ricorso costituzionale.
Il Regno Unito è nel Tribunale unificato dei brevetti, ma cosa accadrà dopo la Brexit?
Il deposito dello strumento di ratifica dell’accordo da parte del Regno Unito è stato annunciato come una svolta positiva per il tribunale. Tuttavia sussistono forti dubbi che il Regno Unito possa tecnicamente continuare a far parte del Tribunale unificato dei brevetti anche in seguito all’uscita dall’Unione Europea.
Gli articoli 1 e 2 dell’accordo prevedono infatti espressamente che possono partecipare al tribunale soltanto gli stati membri dell’Unione Europea e che, in particolare, il tribunale è “soggetto agli stessi obblighi in virtù del diritto dell’Unione di qualsiasi altro organo giurisdizionale nazionale degli Stati membri contraenti“.
Nessuno ha ancora chiarito in quale modo sarà possibile permettere a un stato che non è membro dell’Unione Europea di essere membro del Tribunale unificato dei brevetti.
L’annuncio ufficiale del ministro britannico per la proprietà intellettuale, in cui l’accordo viene chiamato più di una volta “international agreement”, dimostra la chiara intenzione di considerare l’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti un “accordo internazionale” e non più un accordo fra stati membri dell’Unione Europea.
Resta però il fatto che la partecipazione all’accordo di un paese che non è membro dell’Unione Europea richiede una modifica dell’accordo stesso, e che tale modifica annullerebbe tutte le ratifiche già depositate presso la Commissione Europea, facendo ripartire da zero un processo di ratifica che ha richiesto molto tempo, poiché prevede l’approvazione dei parlamenti di ciascuno stato contraente.
Per avere un’idea dei tempi, si pensi che ci sono voluti oltre cinque anni per far giungere al deposito dello strumento di ratifica 16 paesi sui 25 firmatari dell’accordo.
Il presidente del comitato preparatorio del tribunale Alexander Ramsay sembra invece ritenere che la modifica al testo dell’accordo sia un’opzione percorribile: secondo il Financial Times, il commento di Ramsay alla notizia della ratifica del Regno Unito è stato: “andranno apportate alcune modifiche al testo dell’accordo se il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, ma sarei molto lieto se il paese potesse far parte del tribunale a lungo termine. Più esteso sarà il territorio di applicazione del sistema, più ne beneficerà tutta l’Europa”.
E’ comunque chiaro che il futuro del Regno Unito come membro del Tribunale unificato dei brevetti è ora ufficialmente oggetto dei negoziati per l’uscita del paese dall’Unione Europea.
Germania e Tribunale unificato dei brevetti: ancora pendente il ricorso contro la legge di ratifica
Nemmeno la ratifica del Regno Unito renderà possibile inaugurare il Tribunale unificato dei brevetti. Infatti oltre alle ratifiche della Francia e del Regno Unito, è indispensabile anche quella della Germania, la cui legge di ratifica è però oggetto di un ricorso pendente dinanzi alla corte costituzionale federale.
Non è nota la data in cui la corte tedesca si pronuncerà in merito, ma è possibile che essa decida di chiedere lumi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, e in tal caso sarà impossibile che il ricorso giunga a sentenza prima della metà del 2019.
Bisognerà quindi attendere ancora perché si possano azzardare previsioni sulla data di entrata in vigore dell’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti.
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