Tribunale unificato brevetti: AIPPI Italia chiede rispetto delle regole nella riassegnazione della divisione centrale di Londra
Un documento di posizione del Gruppo italiano dell’AIPPI spiega perché è incompatibile con le norme attuali sul Tribunale unificato dei brevetti la proposta tedesca, secondo la quale le funzioni della divisione londinese del tribunale verrebbero divise fra Parigi e Monaco nel caso in cui il Regno Unito uscisse dall’accordo che istituisce la corte sovranazionale.
Il Gruppo italiano AIPPI (Associazione Internazionale per la Protezione della Proprietà Intellettuale) ha pubblicato in data 11 giugno 2020 un documento di posizione riguardante il futuro della divisione centrale londinese del Tribunale unificato dei brevetti (nel seguito TUB).
La pubblicazione del documento di posizione è avvenuta in seguito a una dichiarazione del 10 giugno del ministro della giustizia tedesco, secondo la quale nel caso in cui il Regno Unito mettesse fine alla propria partecipazione al TUB le funzioni della divisione centrale del tribunale già assegnata a Londra dovrebbero essere divise fra le due altre divisione centrali di Monaco e Parigi.
Il documento di posizione del Gruppo italiano AIPPI essenzialmente pone in evidenza che in caso di uscita del Regno Unito dall’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti (nel seguito Accordo TUB):
- sarà necessario modificare l’Accordo TUB (che richiede il consenso di tutti gli stati membri dell’accordo stesso);
- secondo l’interpretazione maggioritaria dell’articolo 89 dell’Accordo TUB, la divisione centrale di Londra deve essere riassegnata allo stato che, escludendo il Regno Unito e dopo la Germania e la Francia, risulta avere il maggior numero di brevetti europei in vigore nel 2012;
- come confermato da un studio del Parlamento Europeo datato marzo 2020, l’Italia è lo stato che, escludendo il Regno Unito e dopo la Germania e la Francia, risulta avere il maggior numero di brevetti europei in vigore nel 2012;
- la soluzione proposta dal ministro della giustizia tedesco non è in linea con le norme dell’Accordo TUB e rappresenterebbe, a tutti gli effetti, una modifica non concordata dell’accordo stesso.
Infine il documento indica Milano, che già ospita una divisione locale del TUB, come la città italiana più idonea a ospitare la divisione centrale.
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