L’Italia entrerà nel brevetto unitario, avviata ratifica dell’Accordo sul Tribunale unificato
Il governo è a favore dell’adesione alla cooperazione rafforzata ed ha già avviato l’iter della ratifica dell’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti: lo ha dichiarato il Sottosegretario Sandro Gozi al Consiglio UE sulla competitività.
Durante il Consiglio dell’Unione Europea sulla competitività del 28 maggio 2015, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega agli Affari Europei Sandro Gozi ha annunciato (guarda webcast) che l’Italia intende aderire al brevetto unitario e ratificare a breve l’Accordo sul Tribunale unificato dei brevetti.
“Il governo italiano ha deciso un orientamento politico in favore dell’adesione alla cooperazione rafforzata sul brevetto unitario e ha anche avviato l’iter di ratifica sul tribunale. Della questione abbiamo investito il nostro parlamento e auspichiamo un iter molto rapido” ha dichiarato il sottosegretario, secondo il quale il governo ora ritiene che ci siano tutte le condizioni che consentono una piena adesione dell’Italia al sistema del brevetto unitario.
Gozi ha precisato che la decisione del governo “non incide sull’aspetto, che noi consideriamo ancora presente, della discriminazione linguistica. Noi riteniamo che questo sia un elemento di divisione, non di unione. Per questo la nostra adesione al brevetto unitario e l’avvio dell’iter di ratifica dell’accordo [sul Tribunale unificato dei brevetti, Ndr] non costituisce per noi un precedente rispetto alla più generale questione linguistica.”
Il regime linguistico del brevetto unitario, che prevede il rilascio dei brevetti soltanto in inglese, francese e tedesco, è stato lo scoglio sul quale sono naufragati nel 2010 i tentativi di istituire un brevetto valido in tutti i paesi membri dell’Unione Europea.
Quello della discriminazione linguistica è stato inoltre uno dei motivi ricorrenti dei quattro ricorsi presentati dall’Italia e/o dalla Spagna contro il brevetto “unitario” valido nei soli paesi aderenti alla cooperazione rafforzata, ricorsi tutti respinti dalla Corte di Giustizia UE.
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