L’uso contemporaneo di marchi, brevetti e design corrisponde a un maggior fatturato dell’impresa
Un nuovo studio pubblicato dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale rileva che il fatturato e l’occupazione sono maggiori nelle imprese che fanno un uso combinato di marchi, brevetti e design per lo stesso prodotto.
Marchi, brevetti e design possono essere utilizzati per lo stesso prodotto? Certamente sì. Ma quante sono le imprese che lo fanno, e quali sono i vantaggi per le imprese che tutelano i frutti dell’ingegno e della creatività con più diritti di proprietà intellettuale contemporaneamente?
Uno studio dal titolo Use of IPR bundles by EU firms 2014-2015, pubblicato ad ottobre 2020 dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), analizza le imprese dell’Unione europea che nel periodo di riferimento si sono avvalse contemporaneamente di diversi diritti di proprietà intellettuale per gli stessi prodotti.
I diritti di proprietà intellettuale presi in considerazione dallo studio sono il marchio dell’Unione europea, il design comunitario e il brevetto europeo. Lo studio esamina un campione di oltre 63 mila imprese dell’UE, rilevando che l’8,3% aveva presentato domanda per più di una delle tipologie di diritto di proprietà intellettuale di cui sopra. L’1% di queste imprese ha presentato domanda per tutte e tre le tipologie di diritto di proprietà intellettuale.
Secondo i risultati dell’indagine, la propensione all’uso combinato di marchi, brevetti e design muta a seconda del settore economico dell’impresa: nel manifatturiero avviene un uso combinato di diritti maggiore che nel settore dei servizi. Inoltre sono le imprese di maggior dimensione a utilizzare più spesso una combinazione di diritti di proprietà intellettuale per lo stesso prodotto.
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, nel periodo di riferimento quasi il 25% delle imprese sono risultate titolari di almeno due diritti di PI di tipo diverso. Il dato pone il paese al di sopra della media UE, ovvero all’ottavo posto dopo Germania, Paesi Bassi, Finlandia, Francia, Austria, Danimarca e Polonia.
Nel campione, le imprese con almeno due diversi diritti di proprietà intellettuale hanno un forte peso economico, generando il 31,9% dell’occupazione e il 35,5% del fatturato del campione. L’1% di imprese che hanno depositato domande per tutti e tre i tipi di diritti di PI origina il 14,1% dell’occupazione e il 16% del fatturato. Lo studio conferma dunque che l’uso combinato di più diritti di proprietà intellettuale coincide con un maggiore fatturato, oltre che con la creazione di più occupazione.
Una correlazione fra l’uso di diritti di proprietà intellettuale ed elevato tasso di crescita dell’impresa è emersa a sua volta dallo studio High-growth firms and intellectual property rights, pubblicato congiuntamente dall’EUIPO e dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) a maggio 2019; questo studio esamina non l’uso di più diritti sul medesimo prodotto, ma in generale l’uso di più diritti da parte della stessa impresa.
I dati dimostrano una maggiore propensità alla crescita delle piccole imprese che impiegano contemporaneamente marchi, brevetti e design, rispetto alle piccole imprese che utilizzano un solo diritto di proprietà intellettuale, o che non ne utilizzano alcuno.