Posted by Laura Ercoli on 14 novembre 2023

Brevetti e marchi aiutano le startup innovative ad attrarre investitori

Le startup che depositano brevetti e marchi già dalla fase seed o early stage hanno probabilità molto maggiori di attrarre fondi venture capital e di realizzare con successo la loro strategia di uscita: lo dimostra una recente indagine su brevetti, marchi e startup finance effettuata dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) insieme all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO).

Le startup sono percepite sempre di più come il vero motore della crescita europea grazie alla loro capacità di rispondere, innovando, ad alcune delle sfide globali del nostro tempo: digitalizzazione, sostenibilità e competitività. Tuttavia a partire dal 2022, in conseguenza della pandemia e di politiche economiche più restrittive, le startup europee hanno riscontrato maggiori difficoltà ad accedere a finanziamenti tramite venture capital (VC).

In un momento di scarsa disponibilità di investimenti, per una startup innovativa assicurarsi uno o più diritti esclusivi di proprietà intellettuale può essere molto utile non solo per imbrigliare il valore potenziale degli asset intangibili che essa produce, ma anche per comunicare questo valore al potenziale investitore. Occorre infatti ricordare che le domande di brevetto e di marchio sono in genere rese accessibili al pubblico, trascorso un certo lasso di tempo dal deposito.

Lo studio Patents, trade marks and startup finance – Funding and exit performance of European startups, pubblicato congiuntamente nell’ottobre 2023 dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), è il frutto di una ricerca riguardante le startup innovative degli oltre 40 paesi aderenti alla Convenzione sul brevetto europeo e tesa appunto ad indagare se, e in quale misura, il deposito di domande di brevetto e/o marchio da parte di una startup innovativa faciliti non soltanto l’accesso ai fondi VC, ma anche il successo della strategia di uscita (exit strategy) della startup stessa.

Quante startup depositano brevetti o marchi?

Secondo lo studio, in media il 29% delle startup innovative europee depositano domande di marchio o brevetto; logicamente la percentuale varia secondo il settore di attività: nell’ambito delle biotecnologie quasi la metà delle startup fa uso di diritti di proprietà intellettuale; seguono i settori scienza/ingegneria (brevetti 25%, marchi 38%), healthcare (brevetti 20%, marchi 40%) e manifatturiero (brevetti 20%, marchi 36%). In generale ogni settore di attività ha startup che richiedono privative di proprietà intellettuale, con una incidenza più elevata dei brevetti rispetto ai marchi nei settori a maggior impiego di tecnologie.

L’importanza del deposito di brevetti e marchi in fase seed o early stage

Lo studio fornisce dati molto interessanti sulla correlazione fra il deposito di brevetti e marchi da parte di una startup nella fase iniziale (seed o early stage) e l’aumento della probabilità di accesso a fondi VC.

La startup ha una probabilità di accedere a fondi VC di 4,3 volte maggiore se ha depositato una domanda di marchio, e di 6,4 volte più alta se ha depositato una domanda di brevetto, rispetto alla startup che non ha depositato domande. Il deposito di domande sia di marchio che di brevetto fa aumentare la probabilità di accesso a fondi VC di oltre 10 volte.

Depositi correlati alla riuscita della exit strategy

Le startup che hanno depositato sia brevetti che marchi sono anche quelle con una maggiore probabilità di riuscita della exit strategy. Per le startup che hanno al loro attivo un deposito di marchio si riscontra una probabilità di realizzazione della exit strategy superiore di 2,1 volte; la probabilità cresce di 2,4 volte nel caso di un deposito di brevetto, e di 3,2 volte nel caso di deposito sia di marchio che di brevetto. 

Brevetti e marchi a garanzia dell’investimento

Lo studio osserva che il brevetto non solo tutela il diritto esclusivo sull’innovazione, conferendo il diritto di impedire ad altri di sfruttarla, ma permette alla startup di assicurarsi libertà di movimento nello sviluppare ulteriori miglioramenti dell’idea iniziale, nonché di collaborare con altre realtà negoziando accordi di licenza.

Il deposito di un marchio costituisce invece una tutela legale per contrastare i tentativi di imitazione delle caratteristiche uniche del prodotto apprezzate dai consumatori.

Sia il brevetto che il marchio sono asset intangibili che possono essere ceduti o monetizzati indipendentemente dalla startup stessa, e offrono garanzie al potenziale investitore in relazione sia alla concretezza e qualità del business plan che al successo della exit strategy, anche in caso di fallimento della startup.

Prevalgono i depositi di brevetto europeo e marchio UE

L’uso degli strumenti di tutela per invenzioni e marchi aumenta con la crescita della startup; le startup più mature (late stage) possiedono un brevetto in oltre il 44% dei casi e un marchio nel 72% dei casi. Circa l’80% dei depositi hanno una dimensione europea (brevetto europeo, marchio dell’Unione europea).

Italia al settimo posto nella classifica europea

L’indagine è corredata di una classifica per stato di appartenenza delle startup innovative con il maggior numero di depositi di marchio o brevetto; la classifica prende in considerazione 38 dei 44 stati aderenti alla Convenzione sul brevetto europeo, e l’Italia si posiziona al 7° posto dopo il Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Francia, Spagna e Repubblica Ceca.

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